La Carbonara, da piatto di fortuna a patrimonio della cucina italiana
Amata, imitata, alle volte “maltrattata” con colorite rivisitazioni, la pasta alla carbonara dalla sua nascita incanta i palati ed i cuori dentro e fuori i confini nazionali, tanto che i pastai italiani di Aidepi (Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane) e Ipo (International Pasta Organisation) hanno deciso di organizzare ogni 6 aprile l’evento virtuale #Carbonaraday per celebrarla.
Le origini di questa antica ricetta sono ancora avvolte da fitte nubi, esistono, infatti, numerose ipotesi non ancora accreditate.
Le prime associazioni tra pasta e uova
Le prime associazioni tra pasta e uova a noi noti le troviamo in due storici ricettari pubblicati verso la fine del 1700, Il cuoco galante di Vincenzo Corrado e Cucina teorica-pratica di Ippolito cavalcanti viene descritta la ricetta della pasta in brodo, in cui però l’uovo ha il solo ruolo di addensante.
Verso la fine del 1800, nel ricettario Il principe dei cuochi di Francesco Palma, fa capolino la ricetta Maccheroni con uova, cacio e sugna come condimenti. Questa variante si avvicina molto alla nostra carbonara, ma è certamente ancora molto lontana.
La nascita della pasta alla carbonara grazie alla fusione di due culture
Se sul vero antenato della carbonara ancora non abbiamo certezze, discorso differente è per la sua nascita.
Ci troviamo nel 1944 in pieno secondo conflitto mondiale, ad un giovane cuoco bolognese viene chiesto di preparare un pranzo nell’appena liberata città di Riccione, l’occasione è davvero importante: l’incontro tra la Quinta Armata americana e l’Ottava Armata inglese. Dall’unione tra alimenti di fortuna (razione K dei soldati americani, che conteneva tuorlo d’uovo in polvere, bacon, crema di latte e formaggio) e del suo ingegno, il cuoco Renato Gualandi creò uno dei piatti più famosi al mondo.
In una delle sue interviste, Gualandi racconta:
“Gli americani avevano del bacon fantastico, della crema di latte buonissima, del formaggio e della polvere di rosso d’uovo. Misi tutto insieme e servii a cena questa pasta ai generali e agli ufficiali. All’ultimo momento decisi di mettere del pepe nero che sprigionò un ottimo sapore. Li cucinai abbastanza “bavosetti” e furono conquistati dalla pasta”.
In onore della Carbonara e del suo creatore, vi ricreiamo la sua ricetta. Buon appetito e buon #Carbonaraday
La Carbonara di Renato Gualandi:
Preparazione:
Mettiamo sul fuoco una pentola di acqua, portiamola a bollore e saliamo, dopodiché versiamo i nostri spaghetti. Mentre aspettiamo che cuociano, prepariamo la salsa in questo modo:
- Prendiamo una padella e facciamo sciogliere la nostra noce di burro a fuoco basso
- Aggiungiamo la pancetta tagliata a cubetti e cuociamola fino a quando non avrà un colore rosato e una bella croccantezza.
- Aggiungiamo la panna e facciamola ristringere per alcuni minuti. Non troppo, dovrà risultare abbastanza liquida.
- Dopo aver tolto la nostra padella dal fuoco, versiamo al suo interno la pasta scolata ed i tuorli. Mescoliamo fino a quando non avremo ottenuto un colorito giallognolo, infine condiamo con un po’ di pepe nero ed il formaggio grattugiato a guarnire.
Ingredienti:
- 1 tuorlo d’uovo per ogni commensale
- 150 gr di pancetta dolce
- 200 ml di panna fresca
- 80 gr di spaghetti a commensale
- Pecorino romano q.b.
- Pepe nero q.b.
- Una noce di burro
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